pignorabilità prima casa

Come evitare il pignoramento della prima casa: ecco tutto quello che devi sapere

Gli argomenti di questo articolo

È risaputo che la casa rappresenti un traguardo fondamentale per la maggior parte degli italiani, dalle giovani coppie alle persone che vivono da sole.

Ma è possibile eludere il pignoramento della prima casa?

Una ricerca recente pubblicata dalla Rivista giuridica del Mezzogiorno, che esamina le dinamiche economiche e sociali delle aste immobiliari, rivela dati impressionanti sul pignoramento delle prime case.

La ricerca indica chiaramente come i valori di vendita e le speculazioni relative siano particolarmente esorbitanti, con un totale di 304.000 prime case all’asta o sul punto di esserlo, già prima della crisi economica scatenata dal COVID.

Questo dato allarmante sottolinea l’entità del problema dei pignoramenti delle prime case.

Capisco che l’idea di un possibile pignoramento possa incutere timore, ma è importante essere realisti e riconoscere che ciò può accadere, soprattutto se si hanno troppi debiti.

La casa è quel luogo personale e intimo dove si vivono quotidianamente momenti di condivisione con i propri cari o di solitudine. È naturale trasferire emozioni sugli oggetti che ci circondano. Parliamo alle nostre auto, ai nostri dispositivi elettronici e in qualche modo anche alle nostre abitazioni, conferendole un’anima di cui in realtà sono prive.

La casa ci fa sentire al sicuro, protetti da qualsiasi minaccia esterna, un rifugio simile alla sicurezza che si prova nel ventre materno.

Nonostante ciò, il pensiero di un pignoramento ci spinge spesso a negare la possibilità di tale rischio, anche se si tratta di una possibilità molto concreta.

Il pignoramento di un’abitazione è un’esperienza che nessuno vorrebbe mai affrontare.

Sì, perché un pignoramento significa la perdita definitiva della casa: non è necessario attendere l’asta per comprendere che l’abitazione non è più tua. Con il pignoramento, la proprietà finisce nelle mani del tribunale, che procederà alla vendita dell’immobile per soddisfare i debiti con i creditori.

È duro da accettare, ma è doveroso essere onesti e trasparenti sulla realtà dei fatti. Se sei pieno di debiti, diffida da chi promette di poter salvare la tua casa anche in caso di pignoramento in corso. Tali promesse sono spesso illusorie e coloro che le fanno mirano soltanto a sfruttare la tua disperazione, facendosi pagare il loro compenso per poi sparire.

La risposta che posso darti è cruda e diretta: un creditore non soddisfatto può legalmente pignorare qualsiasi bene di tua proprietà, inclusa la casa!

Però, permettimi di chiarire meglio questo punto per evitare confusioni. Generalmente, il pignoramento della prima casa avviene in situazioni particolari, ad esempio quando sull’immobile è presente un’ipoteca o nel caso in cui il debito sia considerevole e i creditori non siano “sazi” da altri tipi di pignoramenti.

In realtà, però, questa non è una regola sempre valida; infatti, ho visto proprietà pignorate anche per debiti relativamente piccoli.

Di base, quando si acquista una casa, si fa ricorso a un mutuo. Raramente si ha la disponibilità finanziaria per coprire l’intero importo dell’acquisto.

Un mutuo è un prestito a lungo termine, che la banca ti concede per acquisti di un certo valore e che ti impegna a restituire nel corso di molti anni (da 15 a 35), pagando una rata mensile più gli interessi, che rappresentano il guadagno della banca.

Oltre agli interessi, la banca desidera una garanzia solida che assicuri il rimborso del debito, quindi non si accontenta delle tue buste paga come garanzia, ma richiede un’ipoteca sulla tua casa.

Cos’è l’ipoteca e come funziona?

L’ipoteca è una garanzia per la banca sul prestito che ti è stato concesso. Se non paghi le rate del mutuo, e accumuli un ritardo su 7 o 8 rate, la banca, dopo aver tentato di recuperare il dovuto in tutti i modi possibili, applica l’ipoteca e può decidere di farti decadere dal beneficio dei termini.

Questo significa che la banca decide di terminare il contratto di mutuo con te, richiedendoti il pagamento immediato dell’intero debito residuo, sia delle rate già scadute sia di quelle future.

Naturalmente, trovandoti nell’impossibilità di soddisfare una tale richiesta, la banca procederà al pignoramento della tua abitazione, attuando la garanzia sull’immobile, che era stata stipulata proprio per situazioni di questo tipo.

Questi sono i passaggi fondamentali quando si parla di pignoramento della prima casa. Ora vedremo come funzionano questi meccanismi in dettaglio e se esistono strategie per evitarli.

Pignoramento prima casa: come funziona esattamente?

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Prima di tutto, è importante sottolineare che il pignoramento della prima casa può avvenire attraverso un’ipoteca già esistente a favore di un creditore, come quella applicata nel contratto di mutuo. Tuttavia, il pignoramento può essere eseguito anche da creditori che non dispongono di tale titolo, agendo quindi per debiti diversi.

Pignoramento con ipoteca

Questo tipo di pignoramento è più rapido rispetto a quello senza ipoteca, grazie al fatto che l’ipoteca stessa è già registrata sull’immobile. Di solito, un mutuo richiede garanzie solide, dunque la banca, non ricevendo i pagamenti, agirà direttamente sull’immobile.

1) Ipoteca

Per esempio, nel caso di Roberto, al momento della concessione del mutuo, la banca ha richiesto che ci fossero dei garanti. I suoi genitori hanno accettato, ipotecando la loro proprietà. L’ipoteca serve come garanzia reale che il creditore può far valere in caso di mancati pagamenti.

2) Morosità

Il mancato pagamento di un determinato numero di rate (solitamente 7 o 8, ma dipende dal contratto) porta alla condizione di morosità. La banca tenterà di recuperare il debito attraverso solleciti telefonici o comunicazioni informali.

3) Decadenza dal beneficio dei termini

Se i pagamenti cessano a causa di insolvibilità, riceverai una notifica che dichiara la tua decadenza dal beneficio del termine del mutuo. Questo indica che la banca non si fida più di te e richiede il rimborso totale del debito immediatamente.

4) Pignoramento

Se non risolvi il debito, il passo successivo è il pignoramento della tua abitazione, una situazione che purtroppo non può essere annullata.

5) Asta

Anche se il valore economico di casa tua potrebbe essere elevato, spesso non è sufficiente a coprire il totale dei debiti. Di conseguenza, se i tuoi beni vengono venduti all’asta e non coprono il debito, il tuo futuro finanziario potrebbe essere gravemente compromesso: rischi di restare per sempre sovraindebitato.

Sei in una situazione difficile e sembra non ci sia speranza; tuttavia, è importante conoscere le opzioni disponibili per evitare il pignoramento e iniziare una nuova vita senza debiti.

Continua a leggere per scoprire come potresti proteggere la tua proprietà e liberarti dal cappio dei debiti.

	pignoramento immobiliare prima casa

Prima casa: pignoramento senza ipoteca

Il processo di pignoramento senza ipoteca è meno diretto e richiede più passaggi rispetto al pignoramento legato a un mutuo; tuttavia, questo non vuol dire che sia meno incisivo o meno angosciante.

Immagina di avere debiti con delle finanziarie e non di avere mutui associati. Ad esempio, supponiamo che tu abbia un debito complessivo di 120.000 €, suddiviso tra 30.000 € con un paio di banche e 90.000 € con tre diverse finanziarie, di cui una singola per 65.000 €. In questo scenario, non esistono ipoteche legate ai tuoi debiti.

Finché hai mantenuto un reddito stabile, sei riuscito a gestire questa situazione, ma con la crisi economica scatenata dal Covid, il tuo reddito è crollato e con esso la tua capacità di pagare le rate.

La crisi si è aggravata e, anche se inizialmente potevi pensare di superarla, la prolungata recessione non ti ha offerto respiro.

Se avevi accumulato dei risparmi, questi ti hanno supportato per un periodo permettendoti di continuare a pagare le rate, ma anche quelle risorse, inevitabilmente, si sono esaurite.

I risparmi sono finiti e, con un reddito ridotto, ti sei trovato davanti a una scelta drammatica: nutrire la tua famiglia o pagare i debiti. La decisione di interrompere i pagamenti diventa quasi obbligata.

Il vero calvario inizia qui. Le continue telefonate dei creditori che ti stressano giorno e notte, le lettere di sollecito e, di tanto in tanto, anche incontri diretti non richiesti, con creditori che si appostano sotto la tua abitazione, sono solo l’inizio di un lungo e tormentato percorso che turba il sonno e la tranquillità.

1) Morosità

Già dopo i primi ritardi nel pagamento delle rate, la tua posizione è segnalata al CRIF. Quindi, tutte le minacce che ricevi di una futura segnalazione sono inutili: sei già presente nei registri dei cattivi pagatori dal primo ritardo

Tuttavia, essere a conoscenza di questa cosa non diminuisce l’ansia e non porta tranquillità. Il disagio e le notti insonni si sommano al malumore quotidiano, influenzando negativamente anche la vita familiare. La pressione di essere moroso e la paura imminente di ricevere la notifica di decadenza dal beneficio dei termini, aumentano il timore di un eventuale pignoramento della tua prima casa.

2) Decadenza dal beneficio dei termini 

Dopo aver subito numerose chiamate e minacce dai vari uffici di recupero credito, smetti di pagare del tutto. Inizierai a ricevere diverse comunicazioni formali, prime tra tutte quelle che richiedono il rientro immediato sulle rate arretrate. 

Successivamente, riceverai raccomandate che annunciano la decadenza dal beneficio dei termini. Non tutti i creditori agiranno contemporaneamente, ma le banche di solito sono le prime a muoversi, seguite da alcune finanziarie. 

La sostanza delle lettere è sempre la stessa: i creditori dichiarano di non fidarsi più di te, vogliono interrompere il contratto di finanziamento e richiedono il pagamento immediato dell’intero debito

Non avevi i fondi necessari per pagare le singole rate, figuriamoci per saldare l’intero debito. Di fronte a queste richieste, l’unica cosa che puoi fare è conservare i documenti e continuare a restare sveglio di notte, preoccupato per il futuro.

3) Decreto ingiuntivo

Dopo aver fallito nel soddisfare i creditori a seguito della decadenza dal beneficio dei termini, ti verranno notificati i primi decreti ingiuntivi. I creditori si rivolgeranno al giudice per ottenere la conferma legale del loro diritto al credito, chiedendogli di facilitare la riscossione delle somme dovute. 

Un decreto ingiuntivo consiste nel presentare una richiesta formale al giudice per far valere un contratto o un credito. Di conseguenza, il giudice emetterà una sentenza che ti ordina di saldare il debito entro un periodo di 10 giorni.

Spesso, chi riceve un decreto ingiuntivo considera la possibilità di opporsi, specialmente per evitare il pignoramento della casa. Tuttavia, l’opposizione richiede presupposti validi, che raramente sono presenti se le somme sono dovute e quantificate in modo corretto.

L’opposizione in sé richiede l’assistenza legale, che comporta costi aggiuntivi. Se non esistono motivi validi per l’opposizione, il giudice potrebbe non solo rigettare la tua richiesta, ma anche penalizzarti per “lite temeraria”, imponendoti una multa per aver intrapreso un’azione legale infondata solo per prolungare il processo.

Anche se l’opposizione fosse accolta temporaneamente dal giudice, questo non farebbe altro che ritardare l’inevitabile. I creditori, di fronte al rigetto temporaneo del decreto, procederanno con una nuova richiesta. Quindi, considerando i costi legali e il rischio di ammende, opporsi a un decreto ingiuntivo quando non ci sono basi solide risulta spesso una spesa inutile e controproducente.

Giunti a questo punto, potresti essere tentato di resistere e non arrenderti nonostante le prove schiaccianti a tuo sfavore. Tuttavia, con la casa già compromessa, è solo questione di tempo prima che arrivino il precetto e, successivamente, il pignoramento. Tentare di salvare la casa in queste condizioni diventa non solo inutile, ma anche economicamente gravoso.

4) Esecuzione forzata

L’esecuzione forzata è il processo attraverso il quale i creditori possono appropriarsi di un bene per venderlo e recuperare il credito. Questa procedura consente al creditore di selezionare gli asset da prendere, impedendoti di disporre di qualsiasi bene. Questo chiarisce definitivamente ogni dubbio sulla pignorabilità della prima casa.

5) Pignoramento

Il pignoramento scatta a seguito di un precetto, un avviso legale che ti intima di pagare entro termini stabiliti. Se non rispetti i termini, si procederà al pignoramento dell’abitazione. 

Contrariamente a quanto molti credono, una volta notificato il pignoramento, la proprietà dell’abitazione passa al tribunale, che provvederà a organizzare una vendita all’asta per soddisfare i creditori. 

Sebbene possa sembrare che tu mantenga la proprietà perché abiti ancora nell’immobile, legalmente non sei più il proprietario e agisci come custode, con l’obbligo di mantenerla in buone condizioni.

6) Asta

L’asta serve a liquidare la proprietà, cioè a venderla per utilizzare il ricavato e pagare i creditori. Il prezzo iniziale dell’asta è stabilito da una perizia che determina il valore dell’immobile. Sebbene in teoria il prezzo possa aumentare nel caso ci siano più offerenti, nella pratica il valore tende a diminuire nelle aste successive se l’immobile non viene venduto al primo tentativo

Ad esempio, se una casa valutata 100.000 euro non trova acquirenti, il prezzo potrebbe essere ridotto del 25% nella successiva asta, e così via per quelle seguenti.

Se pensi di poter riacquistare la tua casa a un prezzo ridotto, devi sapere che non ti è permesso per legge partecipare all’asta. Inoltre, una vendita a basso prezzo non riduce il tuo debito con i creditori, lasciandoti ancora con un debito sostanziale. 

In questo contesto, la Legge 3 del 2012 sul sovraindebitamento può offrire una soluzione permettendoti di risolvere i tuoi debiti indipendentemente dal valore di vendita della casa.

pignorare casa

La prima casa può essere soggetta a pignoramento?

Molto spesso mi è stato posto tale quesito. Mi è capitato più volte di sentire persone che sostenevano che la prima casa non fosse pignorabile (in molti casi era stato il loro avvocato a dirglielo).

“L’avvocato ha detto che la prima casa non si può pignorare”

“L’avvocato ha affermato che, avendo bambini piccoli, la casa è protetta dal pignoramento”

“Secondo l’avvocato…”

Ho imparato che le frasi che iniziano con “l’avvocato ha detto…” tendono a essere false. Questo non vale per gli avvocati competenti con cui collaboriamo, che sono ben informati e sanno esattamente cosa devono fare. Tuttavia, molti altri legali mostrano una sorprendente mancanza di competenza.

Per rispondere alla domanda relativa al pignoramento della prima casa, ti pongo un ulteriore quesito: pensi che una banca ti concederebbe un prestito senza solide garanzie di recuperare il suo denaro? 

È improbabile. Nessun creditore erogherebbe fondi senza la sicurezza di poter recuperare il suo capitale. Per esempio, quando una finanziaria richiede una busta paga prima di concedere un prestito, lo fa non solo per verificare il tuo reddito fisso, ma anche per assicurarsi di poter procedere con un pignoramento dello stipendio in caso di mancato pagamento.

Lo stesso principio si applica al pignoramento della prima casa: le istituzioni finanziarie si tutelano con un’ipoteca sulla proprietà per assicurarsi che, in caso di mancato pagamento, possano recuperare i fondi attraverso la vendita della casa. L’ipoteca serve anche a prevenire che tu possa vendere l’immobile senza saldare il debito o che altri creditori possano avere la precedenza.

Pertanto, la risposta corretta è: sì, la prima casa può essere pignorata. Senza questa possibilità, le banche sarebbero riluttanti a concedere mutui per l’acquisto della prima casa, minando così un intero settore del mercato immobiliare.

In quali casi è impignorabile la prima casa?

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, la prima casa può essere pignorata; tuttavia, vi è un’ eccezione legata unicamente alle azioni di Equitalia (ora Agenzia delle Entrate Riscossioni). Equitalia, per legge, non può pignorare la prima casa, sebbene possa imporre un’ipoteca su di essa.

Perché Equitalia non proceda al pignoramento è necessario che siano soddisfatti contemporaneamente quattro criteri specifici. L’assenza di anche uno solo di questi rende la casa soggetta a pignoramento.

Ecco i 4 requisiti indispensabili:

  • La casa deve essere l’unica proprietà immobiliare posseduta
  • L’immobile deve essere la tua residenza abituale
  • Non deve essere classificata come abitazione di lusso secondo le categorie catastali A/1, A/8, e A/9
  • Deve essere destinata a civile abitazione.

Queste condizioni proteggono la tua casa dagli atti di pignoramento da parte di Equitalia, ma non necessariamente da altri creditori come banche o enti finanziari.

Nonostante ciò, Equitalia ha la facoltà di ipotecare la proprietà e, nel caso in cui uno dei quattro criteri cessi di essere valido, può procedere con il pignoramento e successivamente con l’asta. Questo meccanismo salvaguarda in parte i proprietari, ma richiede attenzione continua per mantenere tutti i requisiti necessari per evitare conseguenze legali e finanziarie.

pignorabilità prima casa

Pignoramento prima casa: la legge sul sovraindebitamento è l’unica ancora di salvezza?

Il pignoramento della prima casa sancisce la perdita di proprietà del tuo immobile. Una volta che il pignoramento è avvenuto e la casa è venduta all’asta, sembra non esserci più nulla da fare. Inoltre, se la vendita non copre il debito, rimani gravato da ulteriori obblighi finanziari per soddisfare i creditori.

Fortunatamente, esiste una via d’uscita prevista dalla legislazione italiana: la legge sul sovraindebitamento, conosciuta come Legge 3 del 2012. Questa normativa offre una possibilità concreta a coloro che si trovano sommersi dai debiti.

Applicando la legge 3/2012, in caso di vendita all’asta della tua casa, puoi sfruttare la procedura di liquidazione del patrimonio prevista dalla legge. Questo ti consente di affrontare il resto dei tuoi debiti in maniera più strutturata e protetta, evitando che la perdita della casa si trasformi in una crisi finanziaria permanente.

Chi sostiene che la prima casa sia “impignorabile” spesso omette di considerare la complessità delle situazioni di debito e i rischi legali associati. Questa affermazione può indurre in errore e provocare danni ancora maggiori.

La legge sul sovraindebitamento non è uno stratagemma per “furbi”, ma uno strumento legale pensato per garantire una seconda possibilità a chi si trova in condizioni di debito estreme, permettendo di ripulire il proprio passato finanziario e di iniziare un nuovo capitolo di vita con dignità.

Questa legge rappresenta quindi un sostegno fondamentale per chi, oppresso dai debiti, cerca una soluzione legittima per ristabilire la propria situazione finanziaria e sociale.

La storia di Roberta: ecco come abbiamo cancellato 180.000 di debiti

Roberta ha affrontato un percorso travagliato nel mondo del credito, iniziato trent’anni fa con il suo primo finanziamento. La nascita di suo figlio e la successiva separazione, seguita dal divorzio e dall’annullamento matrimoniale, hanno aggravato le sue difficoltà finanziarie, costringendola a contrarre nuovi debiti per sostenere le spese crescenti.

Col tempo, la continua necessità di denaro ha portato Roberta a sovraindebitarsi, ricorrendo sempre più spesso a nuovi prestiti. La sua situazione finanziaria era così critica che nemmeno vendendo i suoi beni immobili sarebbe riuscita a coprire completamente i debiti.

Grazie alla legge 3 del 2012 e alla liquidazione del patrimonio, Roberta è uscita dal tunnel dei debiti. Questa legge le ha permesso di eliminare definitivamente le sue passività, che altrimenti l’avrebbero oppressa per il resto della sua vita.

La storia di Roberta è segnata dalla determinazione. In un periodo di profondo sconforto, invece di lasciarsi andare alla disperazione, ha iniziato a informarsi e ha scoperto la possibilità offerta dalla legge sul sovraindebitamento. 

Inizialmente, si è rivolta a consulenti che non hanno fatto altro che complicare la sua situazione, fino a quando non ha contattato il nostro team di Legge3.it.

Nonostante le sue precedenti esperienze negative, la professionalità e l’onestà mostrate dal nostro staff hanno gradualmente conquistato la sua fiducia. Anche se il dubbio è rimasto fino all’ultimo, influenzato dalle delusioni passate, il giorno in cui ha ricevuto la sentenza, Roberta è stata sopraffatta dall’emozione, scoppiando in un pianto di gioia e sollievo.

Questo risultato non solo ha segnato la fine del suo incubo finanziario, ma ha anche rappresentato un nuovo inizio, libero dai pesi del passato, come racconta nella parte finale del video.

La garanzia 100% Soddisfatti o Rimborsati: una sicurezza per chi si affida a Legge3.it

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Gli avvocati tendono a evitare di offrire garanzie poiché il loro lavoro dipende dal giudizio di un giudice, che può essere influenzato da fattori personali o emotivi. Questo dimostra una mancanza di padronanza della Legge 3/2012 da parte loro, poiché se la conoscessero e sapessero come applicarla, non esiterebbero a garantire il successo come facciamo noi.

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Recensioni clienti: cosa dice chi si è liberato dal cappio dei debiti grazie a Legge3.it?

La storia di Roberta, raccontata in questo articolo, è un esempio autentico e toccante delle difficoltà che la donna ha dovuto affrontare ogni giorno, fino all’esplosione di gioia quando ha ricevuto la sentenza di omologa dal giudice, che l’ha liberata per sempre dai suoi debiti.

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