Chi sono

Mi chiamo Gianmario Bertollo e sono nato a Marostica. Ho 51 anni, 3 figli un cane e una vita che è stata per un periodo parecchio incasinata.

Quasi tutti direbbero: “non per colpa mia”. D’altronde è un vizio nazionale quello di dare sempre la colpa agli altri dei propri guai.

Io invece sostengo che tutte le rogne che ho avuto le ho avute e create con le mie mani. Per colpa del mio orgoglio. Per colpa mia dunque.

Ora vivo a Treviso, mio figlio più grande, Giacomo, vive e lavora ad Atene e io mi godo le mie splendide bambine di 6 e 5 anni: Maria Vittoria e Matilde Maria.

E’ grazie alla loro madre che ora la mia vita non è più un casino.

Maria Sole è una donna fantastica ed è anche mia socia nelle attività che insieme abbiamo creato e che ci stanno dando un sacco di soddisfazioni.

Ma veniamo a Marostica. Sono nato in quella splendida cittadina ma i miei genitori abitano a Pianezze, un micro paese lì vicino, famoso per le ciliegie e niente altro.

Di Pianezze sono i miei amici più cari, gli amici di infanzia. E dopo una vita siamo ancora un gruppo affiatato e compatto.

Ci conosciamo al campo da calcio, quando a 10 anni cominciamo a giocare nel campionato giovanissimi. Gigi l’allenatore viene a prendermi a casa con la sua Topolino restaurata. Bellissima.

A Pianezze passo le serate estive e i pomeriggi di festa. Di Pianezze è la mia prima moglie, la mamma di Giacomo.

Di Pianezze era Sandro, il mio migliore amico, il mio testimone di nozze. Ma Sandro non c’è più. Una freddissima notte di 11 anni fa ha deciso di togliersi la vita. Per colpa del suo orgoglio.

Poi a un certo punto della mia vita mi sposo e vado ad abitare a Marostica. La città con una delle piazze più belle d’Italia. E in quella bellissima piazza c’è anche il mio ufficio. Uno dei primi uffici in Italia della banca che gira intorno a te.

In quella bellissima piazza vivo le mie giornate lavorative e le mie serate festaiole con un gruppo di amici pazzi e scatenati.

Il lavoro va bene. Non altrettanto la mia vita privata. E infatti nel 2003 mi separo e nel 2004 vado a vivere a Bassano.

Bellissima Bassano. Anche lì faccio presto ad ambientarmi, fin troppo. E’ un periodo strano. Il lavoro continua ad andare bene ma i problemi che finora ho cercato di tenere nascosti sotto il tappeto vengono a galla e si fanno sentire.

In passato ho fatto molti debiti per curare Giacomo che ha una malattia genetica non riconosciuta dallo stato, ma ne faccio anche per continuare a fare una vita che forse non è quella che le mie entrate mi permettono.

Commetto degli errori. In buona fede, fidandomi di persone che poi gireranno le spalle, commetto errori madornali che penso sempre di riuscire a rimediare. Che cretino!

Tutto va bene fino a quando comincio a lamentarmi delle condizioni lavorative. Siamo a partita iva ma ci trattano come dipendenti e di basso livello, nonostante 15 anni di onorato servizio, 15 milioni di portafoglio in gestione e 500 clienti.

Un cliente mi offre di andare a lavorare per la sua azienda con un posto di responsabilità e l’obiettivo di farla crescere. Mi lusinga e accetto.

Approfittano dei miei errori per non farmi lavorare altrove, gli ex colleghi si scannano per dividersi i miei clienti e cercano di fare tutto il possibile per farmi passare da delinquente.

Ci riescono. Ci vorranno 7 anni e tanti soldi di avvocato per riuscire ad avere quello che mi spetta a fine del rapporto di lavoro e che loro si erano trattenuti con la scusa della “giusta causa”. Ma la “macchia resta” e viene tirata fuori ogni qualvolta do fastidio a qualcuno.

Ricomincio da sotto zero e vado a lavorare a Milano. L’azienda del mio cliente è una bella azienda che sta dando anche soddisfazioni. Siamo una bella squadra di agenti e ci divertiamo pure.

Finché non arriva il nuovo direttore generale: un tedesco che, a mio modesto avviso, non aveva mai diretto nulla fino a quel momento. Infatti tempo un anno e l’azienda fallisce.

Nel frattempo però, grazie al buon lavoro svolto, un’altra azienda concorrente mi cerca e quindi non è un problema trovare qualcosa da fare.

Negli ultimi tempi di lavoro nella banca costruita intorno a te, conosco una donna fantastica. Usciamo insieme da quel mondo e da allora siamo inseparabili. Nella vita e nel lavoro. Maria Sole.

E’ lei che conosce a Brescia un uomo pieno di energia, un tipo carismatico che dice di essere un avvocato. Scopriremo più avanti che non lo è ma questa è un’altra storia.

Sta creando un’azienda che aiuterà gli imprenditori a riprendersi i soldi che le banche hanno rubato loro attraverso quelle che lui chiama “anomalie bancarie”.

E’ un mondo di cui non avevo mai sentito parlare ed in effetti in Italia quel lavoro non esiste a livello aziendale. Lo fa qualche commercialista a livello professionale.

Lo seguiamo convinti dalle sue parole e dall’entusiasmo che sprigiona. Scopriremo solo dopo alcuni anni che molte di quelle parole erano completamente false, come la maggior parte dei titoli accademici che sfoggiava.

Dopo aver creato una struttura enorme ed estremamente produttiva cominciamo ad accorgersi della vera natura di quell’uomo e ce ne andiamo.

Parlerò in un capitolo a parte del perché e del come ce ne andremo. Qui dico solo che non è stato bello, ma sono orgoglioso della scelta fatta.

E veniamo ai giorni nostri. Ci mettiamo in proprio Maria Sole ed io e creiamo la nostra azienda in cui mettiamo la nostra ormai ultradecennale esperienza e soprattutto la nostra voglia di fare le cose per bene, senza per forza sfruttare i clienti e i collaboratori.

Ci stiamo riuscendo bene e da oggi te lo racconterò in questo blog.

Seguimi.  Buona vita.

Gianmario.